TikTok, nuova bufera sulla privacy: ora registra la nostra voce e il nostro volto

Cambiano le regole per la privacy di TikTok. Con l’accettazione della nuova policy, l’applicazione potrà tenere raccogliere alcuni importanti dati biometrici, attraverso la registrazione della voce e del volto degli utenti. E, tra gli utenti di TikTok, moltissimi sono adolescenti e preadolescenti. Le informazioni sono solo alcune tra quelle comprese nella lista disponibile all’interno della documentazione, tra cui compaiono la geolocalizzazione via SIM card, indirizzo IP e GPS.

Raggiunta dal sito web di informazione TechCrunch, TikTok non ha rivelato quali sono le funzionalità in fase di sviluppo che potrebbero necessitare di tali elementi ma, ha sottolineato, che gli utenti saranno informati nel momento in cui verrà introdotta la raccolta effettiva. Voce e volto non sono però le uniche peculiarità registrate; come si evince dalla policy, anche oggetti e ambienti circostanti, location e connotazioni corporee potranno finire nel database dell’azienda, al pari di quanto accade già con altri social network tra cui Instagram, ad esempio per la realizzazione delle didascalie per coloro affetti da disabilità visive. A rassicurare, almeno in parte, gli utilizzatori dovrebbe essere la conferma che ciò che viene registrato non sarà utilizzato per operazioni che consentiranno l’identificazione, ma esclusivamente per la moderazione dei contenuti, classificazione demografica, raccomandazioni e simili.



TikTok, cosa dicono le leggi?

La policy sulla privacy, attualmente in vigore per chi scarica l’app dagli store collegati agli Stati Uniti, e non in Europa dove la regolamentazione sulla protezione dei dati personali (GDPR) risulta più stringente, resta oscura su determinati aspetti. Infatti, sebbene specifichi che tutti gli estremi verranno registrati in base alle normative vigenti nella nazione e gli iscritti avvisati laddove previsto dalla legge, non sono molti gli Stati che possono vantare un efficace ordinamento di questo tipo.



La rivelazione arriva, in ogni caso, dopo un accordo da 92 milioni di dollari in seguito a una class action intrapresa a maggio 2020, causata dalla violazione del Biometric Information Privacy Act dello stato dell’Illinois, codice dedicato proprio al trattamento e alla gestione di questi elementi. Per l’occasione, ci furono più di 20 denunce contro la società cinese per aver raccolto e condiviso le informazioni biometriche degli utenti senza consenso degli stessi, il tutto a partire dall’utilizzo di filtri facciali presenti sull’applicazione.

TikTok, la scelta come un’arma a doppio taglio?

Potrebbe dunque rivelarsi un boomerang per il social network dedicato ai video brevi, soprattutto alla luce del polverone che ha avvolto l’azienda durante l’amministrazione Trump, quando il governo tentò di bloccare di netto l’operatività dell’app nell’intera area statunitense.


Allora, l’intervento decisivo che consentì di far rientrare nei ranghi la situazione fu la decisione di conservare i dati degli utenti americani sul territorio a stelle e strisce, oltre che nei data center di Singapore. In tal modo, venne eliminata in un sol colpo la possibilità di far convogliare anche un singolo byte verso la Cina, terra di origine della proprietaria di TikTok ByteDance, e il rischio degli americani di dire addio a una delle app più apprezzate dai giovani.


Da notare, infine, che WhatsApp negli ultimi mesi è stata sommersa da pesantissime critiche inerenti la gestione della privacy per molto meno: la nuova Privacy Policy, adesso messa temporaneamente da parte, prevedeva solo la condivisione di poche informazioni anonime tra WhatsApp e Facebook.

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